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Baluardo dell'Ordine dell'Amaranto e della Rosa Nera
 
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 La Seconda Stele: La Via Eroica

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AutoreMessaggio
Dreean
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Dreean


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Località : Isabella, castello di poppa.

Inquadramento
Torma: 'Aer Casta'
Coorte: I
Amaranthi Virtus:
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MessaggioTitolo: La Seconda Stele: La Via Eroica   La Seconda Stele: La Via Eroica Icon_minitimeGio Mag 16 2013, 08:09

Letto il codice, muovi pochi passi verso l'altra stele, anch'essa immersa nella luce delle lampade. Vi scorgi una dedica ad un certo Agrippa. Ma certo: dev'essere la Via Eroica di cui hai letto nel Codice dell'Ordine!

Chissà di che si tratta...



 
 
 






A Tiberius Agrippa, detto Dracoverso
che affilò valenti lame
a dilaniar le diaboliche carni.

Possan le gesta sue varcar li eoni,
com’anche la Via Eroica,
che in 21 passi tracciò.

Ad imperitura memoria,
l’Ordine dell’Amaranto e della Rosa Nera pose.



*****

1

L'Eroe si riconosce dallo sguardo.
Vive nel mondo, fa parte della vita di altri uomini e ha iniziato il suo viaggio senza bisaccia e senza sandali.


2

Un Eroe fa sempre qualcosa fuori dal comune.
Può ballare per la strada mentre si reca in bottega, guardare negli occhi uno sconosciuto e parlare d’amore al primo incontro, difendere un'idea che può sembrare ridicola. Gli Eroi si permettono simili cose.


3

Ogni Eroe ha avuto paura di affrontare un combattimento.
Ogni Eroe ha tradito e mentito in passato.
Ogni Eroe ha imboccato un cammino che non era il suo.
Ogni Eroe ha sofferto per cose prive di importanza.
Ogni Eroe ha pensato di non essere un Eroe.
Ogni Eroe ha mancato ai propri doveri.
Ogni Eroe ha detto "si" quando avrebbe dovuto dire "no".
Ogni Eroe ha ferito qualcuno che amava.
Perciò è un Eroe: perché ha passato queste esperienze, e non ha perduto la speranza di essere migliore.


4

Un Eroe non assiste a un'ingiustizia con indifferenza.
Sa che tutto è una cosa sola, e che ogni singola azione colpisce tutti i figli dell’Altissimo. Perciò, quando si trova dinanzi alla sofferenza altrui, usa la spada per mettere le cose in ordine.


5

Benché lotti contro l'oppressione, l’Eroe non cerca mai, in nessun momento, di giudicare l'oppressore. Ciascuno risponderà delle proprie azioni dinanzi a Dio.
Una volta terminato il proprio compito, il guerriero non fa alcun commento.
Un Eroe è presente nel mondo per aiutare i suoi fratelli, e non per condannare il prossimo.


6

Un Eroe sta sempre attento ai movimenti della sua spada. Ma non può dimenticare che anch'essa presta attenzione ai suoi movimenti. Una spada è capricciosa, e non ama vedere la propria lama esposta senza un motivo.
Perciò l'Eroe non minaccia mai: la spada non è stata fatta per essere usata con la bocca.


7

Ogni Eroe sa che la disattenzione è la peggiore delle negligenze. Per questo egli mantiene lo sguardo vigile, la sua lama sempre affilata, la sua faretra sempre piena.
Così facendo, l'Eroe vive la volontà di agire prima degli altri, esercitandosi costantemente nella pratica per coltivare il coraggio.


8

Non sempre l’Eroe agisce correttamente.
Non sempre è sicuro di ciò che sta facendo. Sovente si domanda che cosa stia facendo qui. Molte volte pensa che la sua vita non abbia alcun significato.
Per questo è un Eroe: perché sbaglia, perché si interroga, perché cerca una ragione: e certamente la troverà.


9

L'Eroe può sbagliare strada. Non importa quanto abbia percorso sulla strada errata: quando se ne accorge, torna sui suoi passi.


10

L'Eroe s'immerge senza esitazioni nel fiume di passioni che scorre sempre attraverso la vita. Sceglie ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia.
Accetta le proprie passioni, e le vive intensamente. Sa che non è necessario rinunciare all'entusiasmo delle conquiste: esse fanno parte della vita, e ne gioisce con tutti coloro che vi partecipano. Ma non perdono mai di vista le cose durature e i solidi legami creati attraverso il tempo.


11

L'Eroe ha bisogno d'Amore.
L'affetto e la tenerezza fanno parte della sua natura, quanto il mangiare, il bere e il piacere del buon combattimento. Quando l'Eroe non si sente felice davanti al tramonto, c'è qualcosa di sbagliato.
In quel momento, interrompe il combattimento e va in cerca di compagnia per assistere insieme all'imbrunire.


12

Un Eroe non è mai codardo.
La fuga può risultare un'eccellente tattica difensiva, ma non può essere impiegata quando la paura è grande. Nel dubbio, l'Eroe preferisce affrontare la sconfitta e poi curarsi le ferite, perché sa che, se fuggisse, darebbe all'aggressore un potere maggiore di quanto meriti.


13

Durante i momenti difficili e dolorosi, l’Eroe fronteggia la situazione svantaggiosa con rassegnazione e coraggio dimostrando il suo eroismo.


14

L'Eroe crede.
Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere.
Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la vita comincia a mutare. Di tanto in tanto, si sente deluso. A volte si addolora.
Ma l’Eroe sa che ne vale il prezzo. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.
Tutti coloro che credono lo sanno.


15

Un Eroe ha sempre una seconda opportunità nella vita.
Come tutti gli altri uomini e le altre donne, egli non è nato sapendo già maneggiare la spada. Ha sbagliato molte volte, prima di scoprire la Via.


16

Nessun Eroe può sedersi intorno al fuoco e dire agli altri: "Ho sempre agito nella maniera giusta." Chi afferma ciò sta mentendo e non ha ancora imparato a conoscere se stesso. Inoltre, nel passato, il vero Eroe ha commesso qualche ingiustizia.
Ma, nel corso del viaggio, capisce che prima o poi incontrerà di nuovo gli uomini con cui ha agito in modo sbagliato.
È la sua opportunità di porre rimedio al male che ha causato, ed egli la coglie sempre senza esitare.


17

Quando vince una battaglia, l'Eroe festeggia.
La vittoria gli è costata momenti difficili, notti piene di dubbi, interminabili giorni d'attesa. Celebrare degnamente un trionfo fa parte del rituale della vita.
Ma l'Eroe conosce il motivo di questo suo gesto. Egli gode del miglior dono che la vittoria possa portare: la fiducia. Celebra oggi la sua vittoria di ieri, per avere più forze nella battaglia di domani.


18

L'Eroe da prima che gli sia chiesto. Sa che c'è molta gente che non riesce -semplicemente non riesce- a chiedere aiuto. Accanto a lui ci sono molti uomini dal cuore talmente fragile che si impegnano in amori malsani; sono affamati d'affetto, e si vergognano di mostrarlo.
L'Eroe li riunisce intorno al fuoco, racconta delle storie, spartisce il suo cibo, si ubriaca insieme a loro. Il giorno dopo tutti si sentono meglio.
Coloro che guardano la miseria con indifferenza, sono i più miserabili.


19

Gli Eroi non hanno paura di piangere per antiche persone, o di gioire per nuove scoperte. Quando sentono che è giunto il momento, lasciano tutto e partono per l'avventura tanto sognata. Quando capiscono di essere al limite della resistenza, abbandonano il combattimento, senza colpevolizzarsi per aver fatto un paio di follie inaspettate.


20

Morire per i propri ideali è per l'Eroe un valore supremo, più importante di qualsiasi vittoria sul nemico.


21

Quando arriva il momento degli addii, l'Eroe guarda tutti gli amici che si è fatto durante il cammino. Ad alcuni ha insegnato ad udire le campane di un tempio sommerso, ad altri ha raccontato storie intorno al fuoco.
Il suo cuore si rattrista, ma egli sa che la sua spada è sacra, e che deve obbedire agli ordini di Colui al quale ha offerto la sua lotta.
Allora l'Eroe ringrazia i compagni di viaggio, trae un profondo respiro e va avanti, portando con sé i ricordi di un viaggio indimenticabile.

 
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